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Riserva naturale

Vedi anche “La Fontana del Guerc da discarica a Riserva Naturale”
La Riserva “Fontana del Guerc” è un’oasi naturalistica , istituita dalla Regione Lombardia nel 1983-84, che ospita 14 sorgenti, probabilmente utilizzate dall’uomo fin dall’antichità.
La presenza delle sorgenti nella Riserva è dovuta alla formazione del Ceppo Lombardo, un conglomerato di origine glaciale, composto da frammenti rocciosi, saldati fra loro da una specie di cemento naturale ricco di calcare, che funziona come una spugna, impregnandosi di acqua.
Questa, mentre raggiunge la falda acquifera, se trova uno sbocco, sgorga all’esterno e forma le risorgive. Quando l’uomo interviene, scavando intorno ad una risorgiva, si forma il fontanile.


La parte vicina all’uscita dell’acqua dal suolo o dalla roccia è la testa del fontanile, mentre il canale di deflusso delle acque si chiama asta. 
I fontanili sono ecosistemi in parte artificiali, in quanto i bacini delle teste ed i canali delle aste sono costruiti dall’uomo.  Alcuni fontanili conservano ancora muri a secco semicircolari, formati da pietre prive di legante (malta o cemento).

La Fontana del Guerc è una delle sorgenti presenti nella Riserva.
L’origine della parola dialettale Guerc” può essere collegata a diversi significati.
Il nome “guercio”, cioè orbo, potrebbe ricordare il mito di Odino, che diede al gigante Mimir il proprio occhio, in cambio della saggezza, lasciandolo nella fonte.
Potrebbe significare  “sguerc”, cioè zoppo, storpio o anche monco.
Il nome potrebbe anche derivare dall’espressione dialettale “Funt de’ Querc”, fonte delle querce, ma, dato che in dialetto quest’albero è chiamato “rugula”, la spiegazione appare piuttosto debole.

Fino al secolo scorso l’acqua dei fontanili, soprattutto quella della “Fontana del Guerc”, era molto importante per gli abitanti delle cascine della zona, poiché era l’unica potabile. Nelle estati molto calde, quando la riserva idrica dei pozzi scarseggiava, si andava alla Fontana con secchi, fiaschi, damigiane, a piedi oppure con un carrettino, per prendere l’acqua.

In passato il territorio della “Fontana del Guerc”, per le sue caratteristiche, potrebbe aver avuto una funzione sacra.
Infatti, già dal Neolitico, i fitti boschi, popolati da animali e percorsi da acque correnti, erano considerati luoghi  abitati da divinità nascoste nel buio, che si manifestavano con brusii, rumori, fruscii…
Sono stati soprattutto i Celti a celebrare riti in questi ambienti naturali, poiché per loro gli alberi costituivano un collegamento fra la terra ed il cielo; la luce e l’oscurità del bosco rappresentavano la lotta fra bene e male e gli specchi d’acqua permettevano ai morti di osservare quello che accadeva tra gli uomini.

Nella Riserva scorre la Roggia Borromeo, che nasce dal fontanile Testa del Nan, realizzato nel 1682, come dimostra la data, incisa all’esterno di una piccola darsena e visibile solo negli anni con scarse precipitazioni.
La Roggia è alimentata dalle acque dei 14 fontanili ed il suo corpo idrico è stato delimitato da muri a secco e canalizzato dalla famiglia Borromeo, al fine di portare acqua fino alle proprietà di Cesano Maderno.
Secondo la leggenda, fu il cavallo assetato di San Carlo Borromeo a far sgorgare l’acqua, grattando con lo zoccolo la terra.
La Roggia era, in passato, usata anche come lavatoio. Il bucato veniva lavato sulla prea del foss e riportato a casa su un bager (bilanciere) posato sulle spalle.

Nella Riserva il bosco originario di Farnia e di Carpino bianco è stato modificato dall’intervento dell’uomo ed oggi prevalgono le Robinie.  Lungo le rive della Roggia cresce l’ Ontano Nero.
Sulle pareti del “Ceppo” sono presenti numerosi tipi di felci.

La fauna della riserva è varia, si contano almeno 40 specie di uccelli: il Picchio rosso, l’Allocco, lo Scricciolo, il Passero. il Fringuello….
Ci sono coleotteri quali il Cervo volante, l’Agelastica  ed il Carabo.
Nelle acque lentiche (ferme) le rane depositano le uova, raggruppate in ammassi gelatinosi e in quelle lotiche (in movimento) vivono larve di insetti, che hanno sviluppato particolari caratteristiche di adattamento, come gli Efemerottidi.
Fino a pochi anni fa, prima dell’ultimo lungo periodo di siccità, era presente un crostaceo: il Gambero di fiume, poiché l’acqua della Riserva, non inquinata e ricca di sali di calcio, favoriva la formazione del suo scheletro esterno.
I rettili, dato l’ambiente umido, sono poco rappresentati e non sono molto numerosi i mammiferi, quali il Riccio, il Ghiro,  la Volpe, il Tasso…