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Osterie e ristoranti

Osterie  e ristoranti

Le osterie erano un punto di aggregazione e di ritrovo per i contadini, i “legnamee” e gli operai. La domenica dopo il  “disnà” e spesso il lunedì pomeriggio, i Carughesi si trovavano per giocare a “trisett”, a “briscola“, a “scopa” e per bere un calice di vino in compagnia.
In osteria si discuteva, a volte animatamente, si raccontavano storielle, si giocava a bocce…e a volte si facevano anche gli affari!
Le vecchie osterie avevano: tavolini di legno,  banco con le colonnine, mensole con le bottiglie, lavello di zinco ed un grande camino. La bottiglia della “gazosa” con la pallina di vetro, che serviva da chiusura ermetica (veniva scherzosamente definita “lo champagne de la baleta“), era il simbolo dell’osteria insieme al calice e al mezzo litro con il piombino.


In osteria a volte ci si ubriacava. Quattro erano gli stadi della “ciocca” : la “ciocca cicerina” faceva chiacchierare allegramente a ruota libera, la “ciocca traversina” faceva camminare di traverso, la “ciocca peteghina” faceva balbettare e straparlare, la “ciocca pondet là” faceva andare a gambe all’aria se non ci si appoggiava.

In alcune osterie si potevano trovare anche lessi sempre pronti, trippe, stufati, coniglio in umido e, naturalmente, la sempre presente polenta.
Vedi anche “2015 – Locande e locandiere storiche”