seguici su facebook

Servizi

Negozi

Negozi

I negozi del nostro paese hanno seguito di pari passo l’evoluzione economica della nazione.
Infatti nei primi anni del Novecento essi erano ancora ridotti e limitati al settore primario (agricoltura ed allevamento), tipico di una società rurale, che permetteva di produrre e vendere prodotti provenienti dalla terra. Dominavano quindi i negozi di generi alimentari, che consentivano di acquistare pane bianco (in occasione delle feste solenni), pane giallo o con l’uva (pan tranvai), latte e salumi provenienti dalle cascine o dai cortili locali, frutta e verdura; non mancava lo spaccio del vino, specie se il negozio  era annesso ad un’osteria o ad una trattoria, come pure la vendita di cereali al minuto (Realini di via Baracca). La carne era considerata un lusso: per questo si consumava specialmente a Natale e quindi a Carugo esisteva una sola macelleria ( Trezzi Luigi in via Chiusa).


A partire dagli anni ’40, come risulta dal Censimento Industriale e Commerciale, ai negozi tradizionali se ne sono affiancati altri , che erano lo specchio del cambiamento sociale:
– barbieri (da ricordare Somaglino Dante in via Roma e Viganò Colombino in via Tazzoli),
– sartorie (5 per confezioni femminili e 3 maschili),
– mercerie e stoffe ( indimenticabile Brenna Giuseppina in via Diaz, Colombo Faustina e Somaschini Angela in via Baracca),
– una pasticceria (Salvioni-Colombo in via Tazzoli),
– alcune tabaccherie (Ballabio Carlo in via Roma e Annoni Anna in Molteni in via C. Battisti),
– la torrefazione del caffè (Fumagalli Giovanni in via Baracca).
Esisteva anche una drogheria, dove si vendevano sostanze provenienti dalle colonie (droghe coloniali), come pepe, cannella, noce moscata, liquirizia ecc., impiegate per aromatizzare i cibi o per uso farmacologico (Ballabio Melania in via Garibaldi).
Si trattava in ogni caso di negozi di piccole dimensioni, a conduzione familiare, dentro lo spazio abitativo del proprietario, che rispondevano alle richieste di una cerchia ristretta di clienti quasi sempre locali.
Lo scoppio e la durata delle guerre (specie del secondo conflitto mondiale) hanno determinato un crescente crollo dei consumi, sia riguardo ai generi primari ( vedere tessera annonaria), sia riguardo a quelli secondari , che erano ancor più penalizzati per il loro carattere superfluo.
La ripresa è avvenuta  nel secondo dopoguerra e si è accentuata negli anni ’60-’70, con un aumento sempre più crescente di negozi e con prodotti quantitativamente e qualitativamente sempre più appetibili. I negozi richiedevano uno spazio sempre più esteso, cominciavano a sorgere anche a distanza dall’abitazione del proprietario, dando vita a piccoli supermercati, che sul finire del secolo si sono trasformati in centri di acquisto completo, spesso diretti da gruppi societari, proprietari di diversi punti vendita anche al di fuori del paese e non necessariamente di origine locale.