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2013 – “La Scuola Elementare di Carugo compie 100 anni”

2013 – “La Scuola Elementare di Carugo compie 100 anni”

Vedi anche “Istruzione”

Per celebrare i cento anni della vecchia Scuola Elementare (ora sede di varie associazioni, della Sala Civica e della Sala Consiliare del Comune), il 13 ottobre 2013 è stata inaugurata la mostra “Diari di scuola”, aperta per una settimana con visite guidate.


L’inaugurazione è stata preceduta e seguita dalla proiezione del film “La maestra di Carugo”, ispirato ad una ricerca sui registri di classe, scritti dalle maestre della medesima scuola nel periodo 1932-1952.

Nella vicina via Negroni, nei locali che avevano ospitato le tre classi della Scuola Comunale prima del 1913, è stata ricostruita un’aula, allestita come doveva essere nei primi decenni del secolo scorso: la cattedra sulla predella, la lavagna girevole, i rigidi banchi biposto, la stufetta, il Crocifisso, i ritratti del Re e della Regina…

L’esigenza di un nuovo edificio è nata nel 1903, quando il Consiglio Comunale di Carugo, presieduto dal sindaco Demetrio Benaglia, propose di istituire una scuola per la quarta e la quinta elementare, in consorzio con i paesi vicini, in quanto una legge sul lavoro dei fanciulli aveva portato dai 9 ai 12 anni il limite di età per l’ammissione al lavoro.
Il 28 settembre 1913 è stata inaugurata la Scuola Elementare di via Garibaldi, alla presenza di autorità civili e religiose.
Nel 1952, su progetto di Luigi Gaffuri, è stato  realizzato un sopralzo, per evitare lo sdoppiamento delle classi.

Intorno agli anni ’70, con l’aumento della popolazione, l’edificio di via Garibaldi non era più sufficiente ad ospitare tutti gli utenti, perciò alcune classi sono state dislocate presso varie sedi.

Nel 1996 le Scuole Elementari hanno trovato la loro sede definitiva nell’edificio di via XXV Aprile, accanto alla Scuola Media.

Nel 1911 la legge Daneo-Credaro, rendendo la Scuola Elementare un servizio statale, aveva favorito l’accesso femminile alla professione di insegnante; durante il Ventennio Fascista venne invece favorito l’accesso maschile all’insegnamento, mentre dal secondo dopoguerra la professione diventò quasi del tutto femminile.


I registri di Cronaca, tenuti dalle maestre dal 1933 al 1939, hanno svelato squarci significativi non solo della vita scolastica, ma anche del paese e della nazione.

La grafica delle pagelle, con i suoi simboli, ha raccontato la storia nazionale, dal Regno d’Italia alla Repubblica.
L’elenco delle materie ha posto in evidenza il profondo cambiamento  nella cultura del paese dal secolo scorso ad oggi: dai  “lavori donneschi” e dalla “cultura fascista” si è passati allo studio dell’inglese e dell’informatica.

Fino agli anni ’50, nonostante le leggi, la dispersione scolastica era un fenomeno ancora presente nella nostra scuola.
Le aule potevano contenere fino a 70 alunni. Le bocciature erano numerose: qualche alunno ripeteva due o tre volte la stessa classe.