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La grande guerra (1915 – 1918)

La grande guerra (1915 – 1918)

Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra contro l’Austria: era iniziato il primo conflitto mondiale.
Anche a Carugo quasi tutte le famiglie avevano qualcuno al fronte. Nei campi e nelle fabbriche le donne prendevano il posto degli uomini, richiamati alle armi dai 18 ai 40 anni.
Dopo il primo anno le merci cominciarono a scarseggiare nei negozi alimentari e di abbigliamento. La popolazione si impoveriva sempre di più.
Diversi soldati carughesi caddero sul campo di battaglia: 78 in tutto nel comune di Carugo-Arosio. Fra questi ricordiamo Mario Pozzoli, mitragliere del 7° Fanteria, 4° Battaglione, morto il 10 ottobre 1916 nell’ottava battaglia dell’Isonzo, che costò 24.500 perdite agli Italiani e 40.500 agli Austro-Ungarici.  Le numerose lettere da lui scritte ai familiari, custodite fino ai nostri giorni, rivelano sentimenti comuni a milioni di soldati di ogni nazionalità, che in quel periodo sperimentarono la lontananza da casa e gli orrori della guerra.


Gli scritti dal fronte esprimono preoccupazione per i parenti rimasti in paese o cercano di rassicurarli, come dimostrano le seguenti testimonianze… a parte la correttezza linguistica.
” Mi sembra di vedervi sofrire per noi. Invece è meglio ridere e non pensarci a nulla…”
” Siamo in tanti di Carugo e ridiamo tutto il giorno. Poi dormiamo molto bene su due dita di paglia…”
Vi sono richieste per piccole necessità quotidiane o in vista del ritorno a casa.
” Poi quando vi chiedo i denari mandatemi sempre i miei: Non voglio che sofrite permè…”
” Al fronte non cè carta (da lettera), non si sa dove andare a spedirle   “
” Ti prego di levare le gomme delle mie ruote dalla bicicletta e metterle nel comò insieme agli altri…”
“…Mantenete bene i miei conigli, che questo inverno li mangeremo in compagnia…”
Con il passare del tempo le lettere lasciano trapelare la nostalgia per la casa, la situazione di pericolo, l’angoscia per la vita di trincea, il senso della precarietà della vita.
” Quando penso a quei bei giorni che o passati a casa, ed ora trovarsi in mezzo a questa vita schifosa…”
” Io o fede di non rimanere tanto, altrimenti è un afare serio..-“
” Sarebbe meglio che Dio abbia a gettare i suoi occhi sulla terra e guardare la rovina che cè…” Il giorno dopo aver scritto queste parole il mitragliere Mario Pozzoli cadde sul Carso.
Nella grande guerra alla fine si contarono 4.000.000 di soldati mobilitati, 680.000 morti, 600.000 prigionieri ( di cui 100.000 non ritornarono a casa ) e circa 800.000 invalidi.