seguici su facebook

Campi ed orti

Campi ed orti

Le cartoline dei primi anni del Novecento rappresentano il centro di Carugo, situato sulla collina dominata dalla Torre, circondato da campi coltivati a perdita d’occhio. Il clima e la particolarità del terreno, tipico dell’alta pianura, consentivano la produzione di cereali: frumento e granoturco, indispensabili per la sopravvivenza, orzo usato come base per il caffè (se tostato bene al camino) e segale.


Ogni contadino disponeva di un orto vicino alla propria casa, i cui prodotti (patate, fagioli, insalata, sedano, prezzemolo, cavoli, erbe aromatiche e medicinali) rispondevano alle necessità della famiglia. Diffusa era la produzione del foraggio, indispensabile per gli animali da stalla, soprattutto nel periodo invernale.
Il paesaggio del paese non era caratterizzato solo da campi ed orti, ma anche da colline, su cui era diffusa la vite, specie del Clinto, dalla quale si ricavava un vino particolare, detto “Pincianel”. Al tempo della vendemmia, soprattutto nel periodo fascista, in nome dell’autarchia, si celebrava la “Sagra dell’uva”, in cui sfilavano nel paese carri allegorici addobbati con cesti di uva.

Non mancavano frutti (noci, nocciole, pesche, ciliegie, fichi), che il contadino poteva assaporare in tutta la loro fragranza, cogliendoli direttamente dalle piante del campo o del giardino.
Gli estesi boschi delle colline fornivano abbondante quantità di legno, utilizzato non solo come fonte di riscaldamento, ma anche come risorsa naturale per fabbricare attrezzi di prima necessità (cesti, botti, tini, zoccoli) o suppellettili per la casa, specie durante il riposo invernale. Dai gelsi, che delimitavano i campi in lunghi filari, proveniva la materia indispensabile per la bachicoltura e la lavorazione domestica dei bozzoli, curata totalmente dalle donne.
Gradualmente, verso la metà del secolo scorso, prima con lo sviluppo delle tessiture e dei lanifici e poi delle falegnamerie e dei mobilifici, si è passati prima ad una economia mista, fino al prevalere dell’artigianato, dell’industria e del terziario.
Oggi gli agricoltori a Carugo sono ridotti a poche unità.