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Guerra d’Etiopia (1935) – Seconda Guerra Mondiale (1940-1945)

Guerra d’Etiopia (1935) – Seconda Guerra Mondiale (1940-1945)

Anche la guerra d’Etiopia e la proclamazione dell’Impero (1936) furono seguite quasi giornalmente anche dai Carughesi, soprattutto attraverso la radio e nella scuola, come documentano i registri scolastici dell’epoca:
Gli alunni sono intervenuti all’adunata per la Vittoria. Raccolti in un’aula hanno ascoltato attentamente attraverso la radio le parole del Duce che annunciava la vittoria definitiva delle armi italiane in Africa. Con grida i ragazzi hanno manifestato la loro gioia e per ultimo hanno cantato inni patriottici d’occasione, inneggiando al Re, al Duce, all’Italia.”
“Adunata. Malgrado l’ora tarda,22, molti alunni erano presenti alla chiamata. La proclamazione dell’Impero e la nomina del Re a Imperatore riempì di entusiasmo i presenti.”
In seguito alle sanzioni contro l’Italia, il governo italiano, in regime di autarchia, raccomandava l’acquisto di prodotti nazionali, incentivava la bachicoltura e la produzione di uva, stabiliva misure per fare economia di carbone.

Il 10 giugno 1940 l’Italia entrò nel secondo conflitto mondiale.
Anche da Carugo partirono numerosi soldati: molti ritornarono, anche dopo una lunga prigionia; alcuni furono dichiarati dispersi; altri persero la vita sui campi di battaglia.
Le famiglie sostenevano i soldati al fronte con l’invio, se pur irregolare, di corrispondenza o di qualche genere di conforto; si mandavano al fronte pacchi con cioccolato, sigarette, marmellata, calze pesanti, qualche indumento.
A scuola si raccoglievano lana  (ne “La giornata del fiocco”) e rottami metallici di ferro, di zinco, d’acciaio, da rivendere a favore dell’esercito. Anche attraverso la propaganda nelle scuole, il governo invitava le famiglie al risparmio e a non sprecare nulla. In classe quinta erano obbligatorie due ore settimanali nell’orto di guerra, situato in un angolo del cortile: si seminavano verdure, camomilla…
Nel 1943, con i bombardamenti sul Nord Italia, molte famiglie si trasferirono temporaneamente dalle città ai paesi di provincia, ritenuti più sicuri. Anche a Carugo arrivarono molti sfollati, soprattutto da Milano (fra questi ricordiamo Mogol, il famoso compositore, che vi rimase qualche anno). Alcuni furono ospitati per qualche tempo nei locali della scuola elementare di Via Garibaldi.
Carugo non fu mai bombardata; ma di notte, quando gli aerei nemici transitavano nei nostri cieli per dirigersi su Milano, le sirene delle fabbriche suonavano. I Carughesi raccoglievano le loro cose e scappavano nei campi e nei boschi fino al cessato allarme.
La prima diretta conseguenza della guerra è stata la povertà: l’esercito consumava enormi quantità di grano, carne, zucchero e grassi per resistere al nemico; non era possibile importare prodotti a causa delle sanzioni imposte all’Italia, che aveva l’obbligo del rispetto rigoroso dell’autarchia. Perciò i negozi locali cominciarono ad impoverirsi di merce, poi si videro le prime code dai panettieri e infine fu introdotta la tessera annonaria, che dava diritto all’acquisto di generi alimentari in quantità limitate e prestabilite, favorendo così la nascita a la diffusione del mercato nero per i generi alimentari di prima necessità.